Jon scambiò uno sguardo eloquente con il giovane Denys e Colemon, che capirono al volo che il momento era giunto.
Era appena arrivata, neanche il tempo di sbarcare e dare un'occhiata alla città che subito il Falco le saltava addosso. Jon si sentì un po' inopportuno in cuor suo, ma ricacciò il pensiero. Le avrebbe lasciato tutto il tempo del mondo per riflettere, dopo. Ora era il momento di svelare le proprie carte, senza troppi giri di parole.
"Allora mi scuserete se trascino subito Lady Alannys con me" disse rivolgendosi ai suoi compagni "la Città è grande e se vogliamo darle uno sguardo prima di sera sarà meglio avviarsi subito."
Indicò con il braccio all dama una scala che risaliva dal porto verso le mura della Fortezza Rossa, relativamente distanti ma ben visibili in lontananza.
"Penso che il miglior modo di osservare la capitale sia dall'alto, milady. Forse sarà perché ho l'amore per i luoghi alti nel sangue, ma vi assicuro che la vista è mozzafiato" proseguì sorridendo.
Mentre si dirigevano alle mura le chiese della sua isola natale, dell'Arcipelago delle Isole di Ferro e della sua vita su quegli scogli. Dalle poche parole che sentì dalla giovane donna vide trasparire una sorta di stanchezza, come se non vedesse l'ora di evadere da quelle isole; forse, però, era solo uno scherzo della sua mente che cercava di tranquillizzare il suo animo prima di una così inaspettata proposta.
Arrivati infine su un alto torrione rosso, da cui si potevano scorgere buona parte degli edifici più famosi della città, si fermarono.
"Lady Alannys, è giunto il momento che io sia franco con voi. Preferisco esserlo fin da subito, senza coccolarvi qui nella Capitale per qualche giorno per cercare di comprarvi con vino di Arbor o frutti esotici."
La gurdò fissa negli occhi.
"Non pensavo che Lord Quellon decidesse di non anticiparvi nulla, ma così è stato. Per cui toccherà a me spiegarvi tutto. Come ben sapete, le vicende degli ultimi mesi hanno portato me a sedere su quello scomodissimo trono che tanto ha seminato morte e distruzione. Prima l'assassinio di Re Aerys e del Principe, poi la scomparsa della Regina, infine una guerra confusionaria e meschina. Avrete di certo avuto modo di seguirne gli sviluppi dalla vostra isola e, sebbene io sia profondamente convinto delle motivazioni che mi hanno spinto a dare gli ordini che ho dato ai miei uomini, non passerò i prossimi cinque minuti a cercare di convincervi che Casa Arryn sia sempre stata immacolata in questi mesi. Abbiamo dovuto imbracciare le armi per difenderci e per difendere un equilibrio, delicato, che questo continente stava smarrendo. Per alcune settimane i Sette Regni sono stati senza un capo affidabile, fino a quando i miei uomini hanno preso la capitale insieme a truppe Tyrell e Lannister.
Ed ora eccoci qui, dopo un'intesa tra le casate Greyjoy, Lannister, Tyrell ed Arryn che mi ha portato a sedere sul Trono. E mentre chi si dichiara ancora ribelle viene riportato sulla retta via dai nostri generali, noi siamo qui a discutere dell'equilibrio che verrà.
L'oro dei Lannister, le ricche terre dei Tyrell, le navi dei Greyjoy. E Casa Arryn cos'ha da offrire? Nulla, se non tutto l'impegno che può infondere affinché quest'equilibrio regga.
Non nascondiamoci dietro ad un dito, Lady Alannys: tra le quattro case che ho nominato poco fa, Tyrell e Lannister sono dei veri giganti. Casa Arryn ha un ruolo in tutto questo nella mia persona, e in chi verrà dopo di me. Casa Greyjoy ha importanti onori nel Concilio Ristretto, è vero, e un'importanza vitale con la sua flotta, ma sono convinto che gli Uomini di Ferro meritino una rappresentanza più forte. Anche perché guardando alla vostra storia si comprende bene che non accettate alcun ordine esterno se non imposto con la forza. Ma io non sono Aegon il Conquistatore e non ho tre draghi dalla mia. E allora perché l'ordine deve essere esterno?
Sono qui, oggi, ad accogliervi nella capitale, per chiedervi di essere la mia Regina. Dubito che esista una soluzione migliore alla vicenda che vi ho esposto che non sia quella di unirmi in matrimonio con una donna delle Isole di Ferro. Casa Arryn vuole riconoscere il ruolo primario delle Isole in questo regno, e questo è il miglior modo per farlo."
Si fermò un attimo per osservare il volto della donna.
"Mi rendo conto che quello che vi sto chiedendo è un matrimonio politico, proposto da un uomo che conoscete da a mala pena un'ora, ben più maturo di voi e che vi porrebbe in una posizione di enorme responsabilità. Quindi, vi prego: non sentitevi in dovere di ripondere subito. Se vorrete potrete restare ad Approdo quanto volete, per conoscermi e per conoscere la vita di corte quanto desiderate.
Se volete rispondermi subito, fatelo.
Se vorrete aspettare, è un vostro diritto.
Se vorrete rifiutare, oggi o un domani, non serberò alcun rancore e nessuno lo sbandiererà ai quattro venti.
Se vorrete accettare, vi prometto la mia devozione. E spero anche il mio affetto, ma questo solo il tempo saprà dircelo."
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Re Jon Arryn
In passato:
- Pincipe Doran Nymeros Martell, Principe di Dorne e Lord di Lancia del Sole. Per colpa di Mace Tyrell il Bellissimo rimane solo un ricordo
- Lord Hoster Tully, Protettore del Tridente e dell'Ovest
- Tormund, Veleno di Giganti, Pugno di Tuono, Soffiatore di Corno, Marito di Orse, Grande Affabulatore, Distruttore del Ghiaccio, Voce degli dei, Re dell'Idromele di Ruddy Hall, Padre delle Armate del Popolo Libero, Scalatore della Barriera, Reietto nei Sette Regni