Benedict Cassel ad Approdo del Re

"Mi chiamo Meg, ma tutti mi chiamano Tappo" disse sorridendo quando le fu chiesto il nome.

Poco dopo Benedict si trovò a decidere in fretta sul da farsi. L'animale infatti fiutò l'aria e scovato il fromboliere si alzò sui posteriori e poi si gettò alla carica.

A quanto pareva la sua posizione sopraelevata non gli giovò.
Quando l’animale decise di caricarlo Ben lasciò perdere i sassi che stava raccogliendo e iniziò a correre verso Lampo, cercando di saltargli in groppa e allontanarsi con lui al galoppo in modo da lasciare tempo a Meg e Fen di allontanarsi e, cosa non da poco, evitare di combattere contro un orso inferocito.

L'orso seguì Lampo per circa un miglio poi si fermò lanciando un monito di vendetta, ma inutile.
Bnedict fece un giro largo che gli costò una buona mezz'ora di cavallo. Impiegò una restante mezz'ora ad individuare i nani lungo la strada. Quando Meg lo vide lo salutò trotterellandogli incontro sorridente.

Una volta raggiunti Ben scese da cavallo. Già la stazza era abbastanza diversa, non c’era bisogno di sovrastarli ulteriormente da sopra la sella.
Fece un ampio sorriso a Meg. “Ottimo lavoro di squadra, vedo che sei riuscita a liberare il tuo amico.” Poi rivolgendosi a quest’ultimo aggiunse. “Piacere di conoscerti Fen. Ti sei cacciato in un bel guaio per un po’ di miele e per poco non me la sono vista brutta anch’io.” Scoppiò in un’allegra risata liberatoria.
“Sei riuscito almeno a salvarlo tutto dall’orso?” Dopo aver ascoltato la sua risposta concluse con il motivo per il quale aveva scelto di correre quel rischio. “Bene ora che la mia parte dell’accordo è compiuta come già avevo detto a Meg vi chiederei di farmi entrare con voi ad Approdo. Inoltre oramai sono assai curioso di assistere ad un vostro spettacolo.”

"Piacere, Fen! E si... ne ho avanzato talmente tanto che vendendolo ci potremo sfamare per una settimana! Cosa difficile di questi tempi, persino per una compagnia di guitti brava come la nostra! Ora... so che Meg ti ha promesso l'ingresso, ma non abbiamo un permesso per te. Noi però le promesse le manteniamo. Potremmo metterti nella cassa di sterco, noi la usiamo per fare il gran finale dello spettacolo... la petulate gara a palle di merda. Le guardie ci conoscono e sanno che siamo usciti per cibo e per raccogliere sterco essiccato di cavallo. Non la apriranno.." fece spallucce, "...non ho altre idee mi spiace".

Ben ci pensò qualche istante. L’idea di essere rinchiuso in una cassa piena di merda non lo attirava per niente, ma a quanto pareva non aveva molta scelta se voleva continuare a seguire quella pista e non deludere Jon.
“Accetto, ma spero che abbiate almeno un bagno in cui mi possa poi lavare dopo per elimare l’odore e pulire i miei abiti. Il mio cavallo potete usarlo insieme ai vostri per trasportare la vostra roba all’interno della città.”
Ci riflette qualche istante. “Anzi forze è meglio se tolgo la maggior parte dei miei abiti e li ripongo nelle scarselle del cavallo. Meg mi fido di te. Spero che dopo ciò che abbiam passato tu non mi lasci girare in camicione e brache nella capitale” disse con un sorriso complice.
In ogni caso la sacchetta con le monete è meglio che me la tenga io, meglio non indurli troppo in tentazione... ed anche la daga. Meglio nudo ed armato che nudo e basta.

Giorno 1 al tramonto.

Un carro con due nani, delle provviste e una cassa piena di merda e Benedict Cassell varcò la Porta del Leone e si addentrò per le vie di Approdo.