Una presenza inaspettata

Stava facendo tutto ciò che era in suo potere per resistere agli attacchi furibondi di Robert.
Quell'uomo era un demone, ogni suo colpo arrivava come un maglio e si ripercuoteva nei tendini, nelle cartillagini e nelle ossa del cavaliere.
Sembrava quasi che si stesse divertendo a demolirlo, che non volesse infierire, ma solo fargli comprendere l'entità della sua forza.
Eppure la platea che si era raccolta intorno al loro duello, gli incitamenti a suo favore, l'apprensione con cui Lord e Signori di tutti i Sette Regni seguivano lo scontro, gli davano una carica e un'energia senza precedenti.
Si difese strenuamente, cercando di anticipare e schivare i colpi di Robert, anche perché subirli significava ridurre le sue ossa a uno stato sempre più precario.
Tuttavia la fatica cominciava a farsi sentire, respirava male dentro quell'armatura, i riflessi si appannavano, e i suoi movimenti diventavano sempre più lenti.

"Maledizione...!"

Il Lord della Tempesta con una furbizia degna della sua fama arpionò la caviglia del cavaliere del Nord con l'ascia, tirandolo violentemente a terra.



L'impatto col suono rivelò l'inganno trascinato per fin troppo tempo.
Sotto l'elmo del misterioso cavaliere si celava l'unica figlia di Lord Rickard Stark, il fiore del Nord, Lyanna Stark.

Lord Manfred sorrise e si voltò per andarsene... "Peccato, se avesse affondato avrebbe vinto probabilmente... peccato davvero!" e lasciò lentamente l'accampamento Stark.

Tra lo sgomento generale Robert fu il primo a muoversi.
Gettò l'ascia a terra, si accostò al fianco di Lyanna ponendo il ginocchio destra a terra, le cinse le spalle con il braccio sinistro sollevandola un poco con la delicatezza con cui una madre solleva per la prima volta il proprio figlio.
Gli occhi dei due si incontrarono in quello che a Robert parve il tempo di una vita, il cuore gli rimbombava nel petto, le gambe si erano fatte molli, sentiva una vampa corrergli lungo tutte le membra.
Sarebbe rimasto saldo davanti a Ser Artur Dayne la spada dell'Alba, freddo e immobile davanti a una carica di cavalleria della Valle, ma davanti all'amore della sua vita, davanti a quella fragile e splendida fanciulla si sentiva perduto. Perduto nella profondità dei suoi occhi, perduto nella lucentezza dei suoi capelli, nella fragilità del suo essere.
"My Lady," disse timoroso temendo di mandare in frantumi il momento e la sua amata son la sola sua voce " questa volta mi permetterete di aiutare ad alzarvi?" poi spontaneo si allargò un sorriso sulle sue labbra, mentre una lacrima di sangue scendeva dalla ferita del suo zigomo. Sapeva di avere probabilmente un espressione da ebete, ma non poteva farci nulla, ogni parte del suo corpo aveva perso il controllo, non era più la sua mente a guidarlo, ma il suo cuore e il suo cuore gridava di Gioia.

"AHAHAHAH!!! Ho colpito con dei pali l'elmo che celeva Lady Stark. AHAHAH!!!"
Jon non riuscì a trattenere una fragorosa risata, mentre con il braccio destro si teneva la testa.
Poi i suoi occhi incontrarono lo sguardo gelido del suo signore e l'ilarità gli morì in gola.
Tramutò il più in fretta possibile quello scoppio di risa in una sorta di tosse imbarazzata e per la prima volta dal suo arrivo ad Harrenhal si sentì più piccolo del più minuto scudiero.
Si allontanò dalla scena, avrebbe avuto tempo in seguito per chiedere perdono a lady Lyanna.
"Allora queste tende vogliam finire di tirarle su!" La sua voce tornò ad essere roboante come sempre, mentre si dirigeva verso i suoi uomini.

"Ve lo permetto, Lord Robert" disse Lyanna, prendendo con un sorriso gentile la mano forte e poderosa che il giovane Signore della Tempesta le stava porgendo.

"Ve lo siete ampiamente meritato, siete un combattente straordinario. Ma se avete riconosciuto un briciolo di coraggio da parte mia nel nostro scontro, mi concederete di provare di nuovo a colpirvi almeno una volta prima che questo Torneo abbia fine. Per l'occasione, mi toglierò di dosso tutta questa ferraglia, e vedremo se sarò ancora così lenta."

"LYANNA."

La voce grave e perentoria di Lord Rickard squarciò il chiacchiericcio di risate e pacche sulle spalle che avevano accompagnato l'inganno della giovane Stark.
Il suo sguardo gelido e severo non lasciava dubbi sulla tempesta che stava per scatenarsi.

Jeor Mormont

Il clima si stava facendo improvvisamente cupo. La rivelazione che il misterioso cavaliere che tanto aveva osato contro Robert Baratheon altri non era che Lyanna Stark, aveva generato allegria e complicità fra i Lord e i cavalieri convenuti sul posto. Nessuno aveva fino ad allora pensato alla reazione di Rickard Stark, all'evidente disobbedienza della figlia ad un suo chiaro comando, all'imbarazzo al quale il suo comportamento aveva esposto la sua Casata, e, non ultimo, al rischio che quel duello avrebbe potuto comportare per l'incolumità di quella che, per quanto indomita, non era che una ragazza.
Il Lord di Grande Inverno era furioso, una furia che non si traduceva in urla e schiamazzi, in minacce e insulti, quanto piuttosto in un gelido, freddo silenzio. Negli occhi freddi e glaciali del suo Lord, Jeor Mormont lesse un'ira che sarebbe stato meglio nascondere a quella platea.
Rickard e Lyanna avrebbero risolto privatamente quella faccenda, non bisognava esporre Casa Stark ad altre attenzioni indesiderate.
Fu per questo che Jeor intervenne, cercando di spazzare con il vento dell'urgenza le nubi che si addensavano minacciose nella mente del suo Signore.

"Mio Lord, perdonatemi ma c'è una questione urgente che richiede la vostra attenzione. Mentre io e i miei arrivavamo ad Harrenhal, abbiamo notato che eravamo preceduti di circa mezzo miglio dal corteo di Casa Targaryen. A quest'ora i maggiorenti del Regno di sicuro si saranno già rivolti al Re per avere un'udienza, Casa Stark non dovrebbe essere da meno. E' meglio affrettarsi, mio Signore."

Rickard posò sull'imponente suo vassallo i suoi occhi di ghiaccio. Jeor Mormont aveva ragione.

"Lord Baratheon, vi ringrazio per la vostra visita, molto gradita. Vi prego di scusare me e mia figlia per l'imbarazzo che possiamo avervi arrecato, siete un uomo di buon cuore e capace di stemperare ogni situazione, sono certo che saprete perdonare il comportamento sopra le righe di questa giovane avventata."

Poi, rivolgendosi agli altri Lord e cavalieri che erano giunti per assistere alla scena, richiamati dal clangore delle armi:

"Miei Signori, questo è solo un assaggio di ciò che Harrenhal avrà da offrire a noi tutti..."

Mentre vestiva il suo farsetto e il suo mantello migliori, con un cenno della mano chiamò Lyanna a sé. La figlia si avvicinò, mansueta e timorosa, conoscendo bene la falsa quiete del padre.

"Togliti di dosso quest'armatura" sibilò. "Quando sarai tornata ad essere mia figlia e non un guitto da taverna parleremo della tua punizione. Ora ho cose più urgenti da sbrigare."

"Avremo modo di danzare ancora assieme, almeno spero"
Queste erano state le parole che era riuscito a sussurrarle all'orecchio prima di doverla lasciare.

Lord Rickard si era scusato per il comportamento della figlia in modo freddo e formale, Robert lo aveva rassicurato che per lui quella storia era iniziata e finita in quella mattina tra quelle tende, che si rammaricava dell'aver colpito Lady Lyanna, poiché nulla era più lontano dal suo volere.
L'intervento di Lord Mormont, era giunto provvidenziale e aveva dato l'opportunità di distendere gli animi o meglio aveva dato ad ognuno la possibilità di tornare ai propri doveri o anche solo di allontanarsi dall'accaduto.

Il cuore di Robert non aveva smesso ancora di battere all'impazzata. Lyanna era ad Harrenal, il suo Amore lo avrebbe visto duellare, lui avrebbe fatto il suo meglio e la rosa della più bella avrebbe coronato il volto della sua amata.